Descrizione
È particolarmente degna di nota l’entrata sulla parete circolare, spesso adibita ad abside retrostante l’altare. Secondo la leggenda fu Giulia Farnese a ordinare questa soluzione così atipica per rendere la chiesa più facilmente raggiungibile dal Castello.
LA STORIA
I riferimenti bibliografici parlano della piccola chiesa di Santa Lucia come di una delle più antiche del borgo. Già menzionata nel XV secolo, in riferimento ai lavori di ricostruzione del castello di Giulia Farnese, la chiesa è da riferire probabilmente tra il XIII e il XIV secolo “ad opera del fedautario che ebbe in feudo Carbognano da parte della Camera Apostolica”, cosi come riportato da Innocenzi (R. Innocenzi, Carbognano 2001., p. 23). Menzionata come sede della confraternita dei disciplinati, presso cui l’ente aveva la propria cappella dedicata a santa Lucia, tale rimarrà fino al XVI secolo, quando i disciplinati conosciuti localmente anche come confraternita della frusta o di Santa Lucia, trasferirono la propria sede presso la chiesa di santa Maria della Concezione, aderendo all’Arciconfraternita del Gonfalone di Roma (1580). L’attuale conformazione dell’entrata della chiesa con una facciata di forma curvilinea/absidata, è da riferire probabilmente all’originario sviluppo della chiesa, un tempo presumibilmente occupato dall’abside. L’entrata originale doveva trovarsi nel lato opposto a quello attuale, o su quello laterale, questo fa pensare che Le fasi costruttive del castello e del borgo stesso, portarono probabilmente ad uno sviluppo naturale del piccolo edificio che richiese l’entrata posizionata nella parete curvilinea dell’abside. Pertanto ecco spiegata la particolare conformazione circolare dell’attuale facciata della chiesa, assolutamente non riferibile ad alcuna fase barocca come potrebbe rimandare l’aspetto curvilineo. La leggenda locale racconta che proprio Giulia Farnese volle far sì che la chiesa potesse avesse la sua entrata direttamente dalla parte del castello. Tra le antiche chiese esistenti nel borgo (chiesa di Sant’Angelo, Chiesa di San Vincenzo, chiesa di San Pietro), è l’unica sopravvissuta nel tempo occupando la stessa posizione dalla sua edificazione. Proprio la sua collocazione intra muros, associata alla vicinanza al castello di Giulia Farnese, hanno caratterizzato l’epitome di chiesa del castello di Carbognano (R. Ceccarelli – O. Tartarini, Carbognano,, Carbognano, ieri, oggi, domani. Civita Castellana, 1940. p. 23).
ESTERNO
La facciata si presenta nella sua forma curvilinea con una semplice porta in peperino caratterizzata dalla struttura trilitica sormontata da un’altrettanta semplice luce quadrata posta al centro della superficie che permette l’illuminazione all’interno. L’unico elemento decorativo è dato dalla piccola croce in peperino posta nella porta, al centro dell’architrave.
INTERNO
Due gradini immettono all’interno che si presenta con una piccola aula completamente priva di decorazioni e con una copertura a capriate. Nella parete sinistra un armadio a muro risulta essere l’unico arredo sopravvissuto dell’ambiente con le tre semplici panche al centro dell’aula. Poco oltre una finestra quadrata permette di far entrare altra luce naturale nel piccolo ambiente. Nella piatta parete absidale una tela del XVIII secolo con il Martirio di Santa Lucia, testimonia ancora l’attaccamento della popolazione a Santa Lucia perpetrato per secoli. Il popolo carbognanese sembra essere stato da sempre devoto alla Santa, ciò sarebbe testimoniato oltre che dall’antica chiesa, anche dalla confraternita che porta il suo nome ed esistente fin da tempi remoti. Si pensi anche a come nell’ultima chiesa edificata, quella di San Pietro Apostolo, si sia voluto dedicare una cappella a Santa Lucia. Una tela infatti raffigura l’istante successivo del martirio, con la Santa che tiene in una mano la palma dei martiri e dall’altra un calice con sopra i suoi occhi. L’altare maggiore è ormai ridotto ad un semplice tavolo munito di poche suppellettili. Nella parete destra sopravvive una finestra tamponata con arco ribassato e un arco ribassato tamponato, opere residue riferibili alle aperture, un tempo esistenti nell’antico nucleo della chiesa.
IL RSTAURO
Nel corso del 2006 la chiesa è stata sottoposta a restauro. Il progetto, voluto dalla Curia Vescovile di Viterbo ed eseguito con la consulenza dell’arch. G. Fatica della Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio del Lazio, è stato diretto dall’arch. A. Lisoni in collaborazione con la ditta appaltatrice ATI Freda Francesco. L’opera ha visto una nuova tinteggiatura in travertino “onciato” delle paraste e delle colonne e in celestino grigio dei fondi delle pareti e delle vele. Il nuovo impianto di illuminazione dà maggiore risalto alle strutture architettoniche. Il vecchio pavimento è stato sostituito con pianelle di marmo di Carrara grigio e bianco ordite a rombi. Sono stati eseguiti lavori di spicconatura degli intonaci interni con posa in opera di nuovi intonaci deumidificati. Sono state allestite una scala in metallo per l’accesso alla cantoria e una nuova bussola a vetri, che favorisce la completa visione della chiesa dalla piazza antistante. Il portone d’ingresso è stato completamente restaurato e le porte laterali sono state sostituite da nuovi infissi.
Modalità d'accesso
Accesso da Piazza Santa Lucia
Indirizzo
Punti di contatto
Ultimo aggiornamento: 22 gennaio 2024, 09:21