Descrizione
Il lavoro venne affidato a “Mastro Domenico Menichini da Bagnania, Architetto e Mastro Giovanni da Caprarola muratore”.
LA STORIA
La spinta al rinnovo urbano di Carbognano data da Giulio Colonna e dal figlio Francesco Colonna, portarono alla necessità di realizzare i fontanili dentro e fuori il castello. Nel 1611 in sede di Consiglio Comunale veniva discusso il punto per la realizzazione dei fontanili per lavare i panni, arrivando alla conclusione che per servizio e comodità pubblica era necessario realizzarli facendoli pagare alla Comiunità: “Congregato et Coadunato generale consiglio… 3° Item si propone qualmente si vede che il popolo tutto patisce il danno dell’ìincomodità et scomodo che hanno nel lavare li panni in questi tempi per munirsi d’acqua et per questo si è pensato haver a fare li fontanili per tal servitio per comodità publica in qualche luogo commodo a tutti et per far tale spesa non essendovi denari si potrebbe vendere qualche poco di grano però disporranno quello che a loro parerà opportuno in questo negotio facendoli anco sapere che a Bassanello si haverà la calce a 8 bolognini il rubio.Giovanni Zuccaro invocato ….supra la 3 che li fontanili si faccino et per pagare la spesa si facci l’impe(gno) per accio sia prima la Comunità soministri denari”. (ASCC, SAR, 10 agosto 1611, cc. 72v. 73r.). Ci vollero diversi anni per veder avviati i lavori. Attraverso il libro dei Consigli Comunali e il libro delle entrate e delle uscite del Camerlengo è possibile seguire le tracce che portarono alla realizzazione di questi “lavatori”. Nel 1612 il camerlengo aveva delle spese per accogliere l’architetto che avrebbe dovuto seguire il lavoro “Ho speso per dar da magnare a Mastro Domenico Manichini architetto da Bagnaia fatto venire per li lavatori insieme con li Priori che magnarono con detto architetto”. (ASCC, SAR 7b/3, LEUC – 1612). Ma ancora nel 1613 i lavori non erano stati avviati: “Congregato et Coadunato generali consiglio … Item se li fa sapere ancora qualmente de ordine di Sua Eccellenza Illustrissima si ha da far accomodare la piazza et far anco li lavatori per le donne et questo con giudizio di un architetto il quale è necessario per questo effetto farlo venire acciò possa vedere quel che bisogna et ordinare quello che si sarà da fare. Domenico Propertio Barberio Invocatorum Consiglia … Supra la 3° Che li Suddetti Signori Priori faccino venire un architetto per far desegnare li lavatori et ancò l’assettamento della Piazza”. (ASCC, SAR 2/7, AD – LC, 10 febbraio 1613, cc. 141r – 141v. ). Le tracce dei pagamenti per l’architetto e per i muratori testimoniano a giugno dello stesso anno l’avvio dei lavori: “Ho dato all’ architetto che venne per la piazza e per il lavatore”, “Ho dato a Mastro Giovanni de Caprarola per mezza giornata che ha lavorato nella piazza per li lavatori”. (ASCC, SAR 7b/3, LEUC – 1613). Nel 1615 si arrivò a concepire con molta probabilità anche l’altro lavatoio fuori del castello, sotto alla chiesa di santa Maria dato che i lavori dei lavatoii del castello erano stati avviati: “Congregato et Coadunato generali Consiglio … 1° Si propone et fa sapere alli SS. VV. qualmente altre volte si è proposto di voler fare per servitio del pubblico un lavatoio per le donne vedendosi et sapendosi che se ne patisce tanto però di novo si propone che dispongano se vogliono se facci o no et comne si sarà da pagare. Magistro Domenico invocatorum circa la prima consilia che li Signori Priori per fare il lavatoio per servizio publico si facci venire un architetto acciò si faccia in luogo più comodo al publico et di manco spaesa che sia possibile et dove giudicarà detto architetto si faccia detto lavatoio”. (ASCC, SAR 2/7, AD – LC, 7 febbraio 1615, cc 91r. 92r.). Due mesi dopo veniva stipulato il contratto tra la Comunità e Mastro Pietro Scalpellino e muratore per realizzare i condotti e il lavatoio al di là del fosso: “Magistro Pietro muratore et scalpellino in Carbognano con la presenza dell’Illustrissimo et eccellentissimo Signor Fausto Nofrij deputato da Sua Eccellenza Illustrissima et del Signor Fabritio Petitti spontaneamente promette alli Signori Priori … fare il Condotto et vaso delli Lavatori per servitio delle donne di la del fosso dove il luogo è stato destinato et farlo conforme del desegno da Paulo Maggi Architetto”. (ASCC, SAR 2/8, AD – LC, 14 marzo 1615, cc 93v. 94v.). Ancora nel 1616 il Camerlengo annotava altre spese riguardo l’opera dei lavatori: “Ho dato li giorni passati a Mastro Benedetto Passo de Bassanello a buon conto delli condotti che ha da fare per li lavatori”. “fervono i lavori per i lavatori “. (ASCC, SAR 7b/3, LEUC – 1616). Come visto diverse figure di architetti vennero coinvolti per la realizzazione dei diversi lavatoi, così come diversi muratori e scalpellini, molto probabilmente per consentire un avanzamento dei lavori in parallelo e contemporaneamente tra di loro. Negli anni a seguire le nostre fonti non ci portano più a conoscenza di importanti informazioni riguardanti i lavori relativi ai lavatori. Dal 1623 troviamo menzione di un intervento per “rassettae (accomodare) i lavatori” e da qui in poi solo riferimenti analoghi per la vasca o per i condotti. Pertanto potremmo affermare che in un lasso di tempo compreso tra il 1615 e il 1616 venne ralizzato il lavatoio del castello e gli altri lavatoi di santa Maria e quello di valle.
DESCRIZIONE
Il Lavatoio è collocato alla base del Castello accostato al muro di contenimento del giardino d’accesso alle cucine. Collocato all’interno di una struttura al coperto, caratterizzata nel prospetto principale da cinque grandi pilastri che sostengono la copertura in coppi. Il lavatoio vero e proprio si presenta con una lunga vasca ottenuta in pietra leucitica di forma elissoide (misure: mt. 3,12 larghezza, mt 11,91 lunghezza e mt. 0,51 di profondità), divisa in tre settori. Tutto il bordo della grande vasca ha il piano inclinato per consentire il procedimento del lavaggio dei panni di sfregamento e strizzatura. Tre gradini scendono fino al piano del lavatoio, costeggiando un tratto della conduttura dell’acqua lasciata scoperta che porta l’acqua nella vasca. Una grande pietra è situata all’imbocco del canale. Nella parete di fondo dell’ambiente al coperto sopravvive uno stemma che lascia intravedere una colonna ed un leone rampante, emblema di Francesco Colonna che promosse la realizzazione dell’opera con il supporto economico della Comunità di Carbognano. Un grande sedile corre lungo tutta la parete. La struttura consentiva alle donne del borgo di andare a lavare i panni al coperto in qualsiasi condizione metereologica. La forma del lavatoio consentiva un numero cospicuo di posti per lavare contemporaneamente, sfruttando le diverse vasche a seconda della fase del lavaggio che ci serviva una per il primo risciacquo dei panni dalla “lisciva” (antico composto di cenere e acqua, che cotto con il grasso animale diede origine ai primi saponi), e le altre per i lavaggi definitivi. Una struttura di lavatoio simile a quello di Carbognano di forma ellissoide è collocata a Sutri in Piazza dell’Assemblea.
Modalità d'accesso
Accesso in strada
Indirizzo
Punti di contatto
Ultimo aggiornamento: 5 gennaio 2024, 10:04